Ispirazione
La pietra e il ferro, l’uomo e la natura. Sulla base di questi binomi nasce l’idea progettuale di un manufatto che vuole essere la sintesi di un rapporto sempiterno, l’espressione contemporanea di un oggetto di uso comune costituito da pietra e ferro, generato dalla natura e dall’uomo. Altro non sono che la stessa materia: quella primordiale.
La scelta di utilizzare questi due materiali è principalmente legata al forte significato che essi assumono nella storia della Sardegna:
“…le pietre incidono dunque profondamente sulla vita e sulla sorte dei Sardi, ma sopratutto sono il cardine fisso del paesaggio: le lunghe veni di basalto, di trachite, di granito, di calcare, germogliate da violenti cataclismi, si diramano per tutta l’Isola, ne determina il carattere, la fisionomia e la sostanza”.
Marcello Serra, Sardegna quasi un Continente, 1958
Anche la lavorazione dei metalli in Sardegna risale a epoche antiche, già intorno al VI millennio a.C. si fa risalire la prima attività di estrazione dell’ossidiana, passando per l’epoca nuragica di cui è ricca la produzione di manufatti dovuta alla diffusione delle conoscenze metallurgiche e la tecnica mineraria. Fino ad arrivare ad epoche più recenti in cui l’attività mineraria ha segnato in modo rilevante interi territori, basti pensare per esempio a tanti toponimi legati a tale attività e al suo lascito.Da questi presupposti ispiratori si è voluto reinterpretare l’oggetto di uso più comune nell’arredo urbano, la panchina. Una reinterpretazione che vuole rispondere sia ad un esigenza d’uso specifica, ed allo stesso tempo essere in grado di raccontare i caratteri più profondi e arcaici della Sardegna, secondo l’approccio artigianale ed ecosostenibile. La scelta della panchina inoltre, è dovuta anche al fatto che tra gli elementi di arredo urbano è quella che più di tutti rappresenta universalmente il luogo di sosta dello spazio collettivo, dove il tempo si dilata e le persone ritrovando i propri ritmi naturali in sintonia con ciò che li circonda.
“La panchina è un luogo di sosta, un'utopia realizzata. È il margine sopraelevato della realtà, vacanza a portata di mano. E anche il posto ideale per osservare quello che accade.”
Beppe Sebaste, Panchine, 2008
Progetto
La seduta è prevista in due varianti in base al contesto di utilizzo (urbano e naturalistico) ed entrambe comprendo ulteriori elementi di corredo (cestino e totem).
Processo di produzione
• sfridi di cava quali sottoprodotti dell'attività estrattiva;
• scarti metallici di strutture e/o di impianti industriali dismessi;
• riutilizzo degli stessi materiali di cui è composto l’oggetto una volta giunto a fine vita.
Tutta la filiera produttiva diventa quindi sostenibile e di tipo circolare, scegliendo solo risorse, in questo caso le “materie prime-seconde”, che vengono riciclate e reintrodotte nei cicli di produzione.
Per tanto nella prima fase il materiale riciclato viene scelto sulla base di caratteristiche che lo rendono idoneo alla tipologia di arredo urbano che si deve ottenere (seduta, cestino, totem etc.). La fase successiva alla cernita sarà quella in cui gli elementi selezionati vengo sottoposti ai trattamenti necessari alla fase di produzione vera e propria del manufatto, quali: pulizia, rettifica dei piani di appoggio e di seduta, per le parti in pietra; taglio, sverniciatura, pulizia e rettifica per le componenti metalliche.
La fase di produzione consiste principalmente nel trattamento superficiale della pietra, con pulitura della superficie attraverso nebulizzazione d’acqua a bassa pressione o sabbiatura controllata e trattamento finale con prodotti protettivi. Si passerà poi alla creazione delle “asole” con taglio meccanico, dove verrà inserita e fissata la seduta in acciaio. Quest’ultima segue un processo di lavorazione in cui è prevista la piegatura delle lamiere a disegno, fino ad ottenere il profilo desiderato; successivamente ci sarà la fase di finitura con lucidatura, zincatura e verniciatura.
Modalità d’uso
Per quanto riguarda l’utilizzo, come precedentemente descritto, esistono due scenari possibili quello urbano in cui l’oggetto può essere installato singolarmente o in cluster a seconda che si tratti di un marciapiede, un viale o una piazza: il secondo scenario è quello naturalistico dove la panca può essere installata singolarmente o in abbinata, come per esempio in un punto panoramico, un sentiero o attorno ad un tavolo di un area picnic.



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